Mentre la riforma previdenziale si arroga il titolo di principale tema di riflessione per il Governo con Quota 100 sempre più in discussione, continua silenziosa la battaglia contro il blocco della rivalutazione delle pensioni. Il braccio di ferro è quello tra Corti dei Conti e Tribunali e la manovra decisa dall’ Esecutivo per il triennio 2019/21, giudice : la Consulta.
Si perché è proprio la Consulta ad essere chiamata in causa, è successo – come abbiamo avuto modo di raccontarvi- ad ottobre 2019 quando con una ordinanza di remissione alla Consulta della Corte dei Conti Friuli Venezia Giulia (numero n. 6 del 17 ottobre 2019) è stata rafforzata la posizione di chi, come noi di rimborsopensioni.it, nel 2019 ha ingaggiato una nuova battaglia contro il blocco della rivalutazione delle pensioni per il triennio 2019/21 e contro il taglio alle pensioni per i prossimi cinque anni. Questa prima ordinanza, infatti, sottopone al giudizio della Consulta, l’art. 1, comma 260, della l. n. 145 del 2018 (blocco rivalutazione), per violazione degli artt. 3, 36 e 38 della Costituzione; e l’art. 1, commi da 261 a 268, della l. n. 145 del 2018 (taglio alle pensioni più alte), per violazione degli artt. 3, 23, 36, 38 e 53 della Costituzione.
Adesso è il Tribunale di Milano a dare voce ai diritti dei pensionati, ribadendo i principi espressi dalla Corte dei Conti Friuli Venezia Giulia e citando anche la violazione dell’art.1 del Protocollo 1 della Cedu: “Ogni persona fisica o giuridica ha diritto al rispetto dei suoi beni. Nessuno può esser privato della sua proprietà se non per causa di utilità pubblica e nelle condizioni previste per legge e dai principi generali di diritto internazionale”.
Come abbiamo più volte ribadito il meccanismo pensionato=bancomat dello Stato non può e non potrà funzionare a lungo, queste misure previste dal Governo vanno ad intaccare il patrimonio personale di ogni ex lavoratore, senza dimenticare il legittimo affidamento del pensionato nel ricevere l’ importo dovuto: ricordiamo infatti che la pensione altro non è che una retribuzione differita. Ultimo ragionamento, ma non in termini di importanza, è quello che sottolinea come queste misure per far cassa alle spalle dei pensionati non possono essere ritenute occasionali, hanno il sapore strutturale di blocchi decennali e di tagli che superano il decennio.
In attesa di poter pubblicare il testo di questa nuova ordinanza con ulteriori opportune riflessioni vi ricordiamo che è ancora possibile aderire alle iniziative di rimborsopensioni.it :
Per chi non vuole arrendersi e vuol dar battaglia per i propri diritti sono aperte le adesioni e sarà possibile salire sul prossimo treno :
- Per la rivalutazione: https://www.rimborsopensioni.it/modulistica-ricorso-rivalutazione/
NB: i pensionati tra le 3 e le 4 volte il minimo INPS che decidono di aderire devono scaricare conferimento ed informativa sul ricorso a loro dedicati ( e non quelli generici) OLTRE al resto della documentazione comune.
- Per il taglio alle pensioni più alte: inviateci l’ultimo cedolino disponibile via mail info@rimborsopensioni.it con i vostri recapiti e sarete ricontattati con le indicazioni per aderire.
Se sceglierete di affidarvi a noi saremo ovviamente lieti ed onorati di ricevere ancora una volta la vostra fiducia. Diversamente, restiamo convinti che la cosa importante non è fare ricorso con noi, ma farlo! Con chiunque altro riteniate idoneo. Non farlo sarebbe una rinuncia totale ai vostri diritti.
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